È facile capire che la storia di Livio Felluga e del suo vino si intreccia con la storia della terra speciale intorno al nord-est del mare Adriatico, che è il punto di contatto tra il Mediterraneo e l’Europa centrale. La storia dei confini che cambiano molte volte, l’impero che scompare, le guerre passate, le storie delle persone che soggiornano qui. Questa è la storia di una famiglia che ha vissuto due guerre mondiali, prima nell’Impero Austro-Ungarico, poi nel giovane Regno d’Italia, abitando sulla costa rocciosa della penisola istriana e della Laguna di Grado, insediata su dolci contrafforti. Le colline friulane. Tornare in Italia non è facile per i reduci della seconda guerra mondiale, soprattutto per quelli che hanno lasciato le loro famiglie nell’angolo martoriato dell’Adriatico. La popolazione contadina se ne va, impoverendo la terra e abbandonando le coltivazioni, i valori e le tradizioni ad essa associate. Livio Felluga dovette combattere una nuova battaglia per risanare le colline, credendo fermamente che solo la rinascita di coltivazioni di qualità potesse portare vitalità alle campagne friulane. Con grande coraggio iniziò a risistemare i vecchi vigneti e ad impiantare nuovi vigneti, introducendo idee e metodi innovativi. Il duro lavoro svolto negli anni con grande caparbietà ed entusiasmo lo porterà a creare una delle realtà commerciali più belle e importanti, e sarà pienamente riconosciuto come il rifondatore della tradizione vinicola friulana. Il Patriarca Livio Felluga è morto nel dicembre 2016 all’età di 102 anni.